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CALANO I PRESTITI E LE ESPORTAZIONI, FRENA L'ECONOMIA DEL NORD EST - I DATI DELL'ULTIMO REPORT BANKITALIA

Frena la crescita delle regioni del Nord Est che risentono del rallentamento della domanda interna ed estera. Gli investimenti si sono indeboliti, anche se in parte sostenuti dagli incentivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Lo rileva il Rapporto annuale della Banca d’Italia sulle economie regionali. «L’inflazione» riporta l’analisi «seppure in calo dall’inizio dell’anno, ha eroso il reddito disponibile delle famiglie, frenandone i consumi. La perdita di potere d’acquisto è stata più elevata per i nuclei con minore capacità di spesa, in particolare nel Nord Est e nelle Isole. I rincari hanno inoltre accresciuto il rischio di povertà energetica, una condizione più diffusa nelle regioni meridionali».

Il credito bancario alle imprese di tutti i comparti è calato sia in Veneto (-4,1%) e in misura decisamente maggiore in Friuli-Venezia Giulia (-11,8%). «Le banche», si legge nel Rapporto, «sono diventate più selettive nella concessione dei prestiti: pesano l’indebolimento del quadro economico e il più alto costo della provvista. Il tasso di deterioramento del credito rimane ovunque su livelli ancora contenuti. Gli investimenti pubblici sono cresciuti e sono destinati a irrobustirsi con la progressiva attuazione del Pnrr».

Le imprese del comparto manifatturiero registrano le maggiori contrazioni dei prestiti da parte degli istituti bancari: -18,1% in Friuli-Venezia Giulia e -4,6% in Veneto.

In entrambi i casi risultati peggiori della media italiana che si assesta a un -4,4%. Va un po’ meglio alle imprese del settore delle costruzioni: per loro -3,4% in Veneto e -1,5% in Friuli-Venezia Giulia. Anche le aziende dei servizi sono in debito di ossigeno: -2,9% in Veneto e -6% in Friuli-Venezia Giulia.

«Per la seconda parte dell’anno in corso», aggiunge il Rapporto, «le banche prefigurano un ulteriore rallentamento della domanda di finanziamenti di famiglie e imprese, a fronte di un orientamento dell’offerta ancora improntato alla cautela».

Un secondo segnale del peggioramento dell’economia è rappresentato dai dati sulla domanda estera. «Nel primo semestre del 2023 le vendite estere in termini nominali hanno rallentato in tutto il Paese, in special modo nel Nord Est e nel Mezzogiorno», aggiunge il Rapporto, «circa la metà della crescita osservata nel Nord Ovest è attribuibile all’esportazione di mezzi di trasporto, mentre al Centro un contributo attorno al 70 per cento è stato fornito dal settore farmaceutico. Nel Mezzogiorno l’andamento positivo di questi due settori ha compensato la netta diminuzione delle esportazioni di prodotti petroliferi. L’espansione nel Nord Est è riconducibile unicamente all’aumento delle vendite di macchinari».

Un capitolo a parte riguarda l’analisi dell’indebitamento delle famiglie: «Nel primo semestre del 2023 i prestiti di banche e società finanziarie alle famiglie hanno registrato un marcato rallentamento in ogni ripartizione, dopo la decisa espansione del biennio precedente», spiega Banca d’Italia, «il flusso di nuovi mutui si è tuttavia ridotto a Nord Est nella seconda parte del 2022 per poi contrarsi ulteriormente nei primi mesi del 2023. La riduzione rispecchia il calo della domanda di credito da parte delle famiglie, dovuta prevalentemente al deciso rialzo dei tassi di interesse».

Potete scaricare il rapporto cliccando qui: Bankitalia - economie regionali 

Fonte: Nordest Economia - Bankitalia

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